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sabato 1 settembre 2007

Tarantino non arriva!

(Adnkronos) - Prima giovedi', poi sabato, ora forse lunedi'. E' giallo sull'arrivo di Quentin Tarantino alla Mostra del Cinema di Venezia, rimandato gia' due volte rispetto alla data prevista di giovedi' 30 agosto, quando avrebbe dovuto partecipare alla presentazione della retrospettiva sul western all'italiana, di cui e' padrino. Sulle cause del rinvio, che qualcuno a questo punto crede che possa trasformarsi in un forfait, circolano una serie di indiscrezioni circa il fatto che il regista di "Kill Bill", abbia avuto un malore nei giorni scorsi a Manila dove si trovava in vacanza. Tarantino e' fra l'altro presente alla Mostra anche in veste di attore del film "Sukiyaki Western Django" il prequel del cult di Sergio Corbucci "Django", firmato dal giapponese Miike Takashi.

Tarantino il pistolero


Signore e signori ecco a voi Quentin Tarantino come non lo avete mai visto prima in Sukiyaki Western Django, pellicola di Takashi Miike che sarà presentata in concorso al Festival di Venezia il 4 settembre.
Il film vedrà le gang dei Minamoto e dei Taira affrontarsi in una città chiamata Yuda.
Allo stesso tempo un misterioso pistolero arriverà in soccorso degli abitanti della città.
Tarantino interpreterà un personaggio chiamato Ringo: possiamo solo aspettarci un'esilarante performance.
(multiplayer)

martedì 28 agosto 2007

Al via la 64° Mostra del Cinema di Venezia, Hollywood è pronta a sbarcare in Laguna!

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Domani si apre il Festival del Cinema di Venezia con un parterre di star e protagonisti del mondo del cinema! Attesi a Venezia le star della celluloide, dal 29 agosto (fino all’8 settembre) s’inaugura la 64ma Mostra del cinema, sono pronti a sbarcare sul Lido Bernardo Bertolucci celebrato con il Leone d’oro, il più grande regista italiano vivente.

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Altro evento speciale il Leone d’oro alla carriera invece andrà al geniale e visionario Tim Burton, che mostrerà il suo meraviglioso The Nightmare Before Christmas in version 3-D, Leone d'oro che per l'occasione sarà consegnato proprio dal suo attore-feticcio preferito Johnny Deep!

Altre star attese in Laguna, la contestata Fanny Ardant che ha chiesto perdono a chi ha sofferto a causa del terrorismo, dopo avere suscitato aspre polemiche definendo il leader delle Br Renato Curcio "un eroe" con un film tutto italiano: L’ora di punta di Vincenzo Marra.

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E ancora per i film in concorso Wes Anderson con The Darjeeling Limited, ma non mancano tra le stelle del cinema: Kenneth Branagh, Ken Loach, Ang Lee, Todd Haynes (I’m not there), Peter Greenaway (Nightwatching). E ancora Brian De Palma e Paul Haggis con due film “di guerra” . Rispettivamente con Redacted, sullo stupro di una ragazzina in Iraq da parte di soldati americani e In the Valley of Elah su un militare di carriera (Tommy Lee Jones) che decide di indagare sulla misteriosa scomparsa del figlio da poco rientrato in patria dall'Iraq.

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E ancora Nikita Mikhalkov (12), Eric Rohmer e un anomalo spaghetti western giapponese di Miike Takashi, con Quentin Tarantino come attore. Mentre Brad Pitt sarà un leggendario bandito in The Assassination of Jesse James, George Clooney sarà attore e produttore di Michael Clayton di Tony Gilroy.

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Sarà corposa e avrà come padrino Quentin Tarantino la retrospettiva sui Western all’italiana che porterà alla mostra una selezione con 32 film che hanno fatto la fortuna del genere spaghetti, con tutti i nomi di punta.

Italianissima la madrina della serata d'apertura del Festival, un talento nuovo e promettente del cinema italiano, Ambra Angiolini, attrice rivelazione dell'anno per il sorprendente esordio in Saturno contro di Ferzan Ozpetek.

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Tra gli eventi fuori concorso il ritorno di Woody Allen con Cassandra’s Dream e ancora Takeshi Kitano e Manoel De Oliverira, che mostra Cristovao Colombo-O enigma. Poi si attendono The Nanny Diaries soprattutto per Scarlett Johansson e i film di Claude Chabrol e del maestro brasiliano Julio Pressane.

Ora non ci resta che aspettare ancora pochissime ore per seguire il parterre delle star hollywoodiane pronte a sbarcare sul Lido con tutto il loro fascino da celebrity!

(styleandfashion.blogosfere.it)

venerdì 24 agosto 2007

Grindhouse - A prova di morte in DVD da Ottobre

Arriva finalmente il DVD dello strepitoso e sentito omaggio di Quentin Tarantino ai b-movies degli anni ’70.

Sarà disponibile a noleggio dal 3 Ottobre il DVD di Grindhouse - A prova di morte, primo dei due episodi del double feature Grindhouse diretti rispettivamente da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, che con queste pellicole omaggiano i gloriosi b-movies degli anni '70 che venivano proiettati nelle sale luride e malconce chiamate appunto Grindhouse.

Il cast di questo primo segmento uscito nelle sale italiane diviso dal suo corrispondente, ovvero Grindhouse - Planet Terror, vanta un cast di tutto rispetto, a cominciare dal ritorno alla ribalta del grande Kurt Russell, che qui veste i panni del feroce Stuntman Mike che si diverte a terrorizzare giovani e belle ragazze tra cui possiamo notare le bellissime Sidney Tamiia Poitier, Vanessa Ferlito, Jordan Ladd e Rose McGowan, che ci accompagnano durante tutta la prima parte del film, facendoci assaporare anche una sexy lap-dance; per quanto concerne la seconda parte, invece, possiamo rifarci gli occhi con il quartetto formato dalla provocante Rosario Dawson in compagnia delle graziose Zoe Bell (ex controfigura di Uma Thurman), Mary Elizabeth Weansted e Tracy Thoms.

Che dire della fotografia, curata in questa occasione dallo stesso Tarantino e del montaggio; due degli aspetti più importanti della pellicola, ricchi di trucchi, disturbi, pause e tante altre caratteristiche dei b-movies a cui questo prodotto dedica un esplicito elogio.
Da non dimenticare poi un altro importante particolare, che rende questo prodotto ancor più appetitoso, vale a dire, il citazionismo, una delle armi segrete di Quentin Tarantino, che usa nelle sua sceneggiatura, riferimenti di ogni tipo a film e opere degli anni '60 e '70.
Cari e accaniti fan della settima arte, non dovete fare altro che attendere ancora un paio di mesi, dopo di che A prova di morte sarà tutto vostro!
(castelrock.it)

Tarantino torna a Venezia a testimoniare il suo amore per gli Spaghetti Western

32 i film scelti per la Storia segreta del cinema italiano 4, curata da Marco Giusti e Manlio Gomarasca.
Prendete un paese nella frontiera col Messico, mischiate un eroe maledetto in cerca di vendetta, un cattivo che più cattivo non si può ed una bella dalla dubbia reputazione, aggiungete condimento di sceriffi, yankee e sudisti, indiani, missionari, e cercatori di facile fortuna e servite con un pizzico di revisionismo colto. Questa la ricetta degli Spaghetti Western e del loro ritorno alla ribalta nel 64esimo Festival del Cinema di Venezia.

Per molti anni questo prolifico filone, con oltre 450 film in due decenni (’60 e ’70) è stato considerato cinema di serie B. Produzioni di scarsa qualità, con budget limitato e storie ripetitive. Brutte copie del genere western -quello vero di Hollywood- a cui cercava di somigliare anche attraverso i nomi d’arte, tutti rigorosamente anglofoni, di attori e registi nostrani.

Il loro contributo alla cinematografia mondiale però è stata rivalutata, grazie soprattutto all’opera di Sergio Leone (Bob Robertson, nel suo primo film). La sua trilogia del dollaro –Per un pugno di dollari (1964), Per qualche dollaro in più (1965) e Il Buono, il brutto, il cattivo (1966)- è diventata oggetto cult, in cui un giovane Clint Eastwood, privo di espressione e di nome, manteneva lunghi silenzi, interrotti soltanto dalle straordinarie colonne sonore di Ennio Morricone. Tra i grandi meriti del maestro Leone c’è stato quello di contaminare di realismo le storie western, presentando eroi dall’animo oscuro e la faccia sporca, l’esatto opposto del cavaliere immacolato, ad iniziare dal cappello, che John Wayne aveva così spesso rappresentato.

E la rivalutazione è totale quando Quentin Tarantino, in un video promozionale del luglio scorso non esita ad affermare: “gli spaghetti western non sono mai stati davvero apprezzati… sono uno dei miei generi favoriti nell’intera storia del cinema italiano e mondiale.” Ed invitando a partecipare al Festival di Venezia, promette: “molti registi che non sono mai stati appropriatamente riconosciuti, lo saranno.”

Il suo amore per il genere non è nuovo, così come è evidente l’influenza che questo ha esercitato sulla cinematografia del regista americano. Da Le Iene, film dell’esordio nel 1992, a Pulp Fiction (1994), l’iconografia della violenza esercitata da pistoleros urbani, antieroi maledetti dalla psicologia complessa, riprende l’estica, anche se rivisitata in chiave moderna, dei western "realisti" di Leone.

Ma è in Kill Bill Vol. I e II (2003, 2004) dove ritorna in pieno il leit motive degli spaghetti western, il buono (in questo caso la buona Uma Thurman) sconvolto dalle violenze subite si scatena in cerca di vendetta, tra duelli e sparatorie.

Dimostra la sua riconoscenza Tarantino: il suo debito creativo saldato dalla dedica, nei titoli del film, al maestro Sergio Leone. E così, diventa padrino di una selezione di lungometraggi che vedremo restaurati e riproposti nella più importante cornice del cinema italiano. Una carrellata di titoli cult, tra cui:

Per un pugno di dollari di Sergio Leone (1964): apre la rassegna il 29 agosto, presentando il pistolero solitario "senza nome", Clint Eastwood, che si vende per un pugno di dollari facendo il doppio gioco tra due bande nemiche.

Django di Sergio Corbucci (1966), dove un mitico Franco Nero, arriva in un sperduto paese di frontiera per vendicare la morte della moglie.

Un fiume di dollari di Carlo Lizzani (1966), dove il pistolero Jerry, torna dopo 5 anni di carcere per vendicarsi dell’ex-complice e riabilitarsi come uomo di legge.

La vendetta è un piatto che si serve freddo di Pasquale Squitieri (1971), con la variante del villaggio del protagonista, Jeremiah, distrutto dagli indiani americani, che poi in realtà si scopre essere bianchi senza scrupoli in cerca di nuove terre da sfruttare.

Lo chiamavano Trinità di Enzo Barboni (1970), che ha segnato il debutto della coppia Bud Spencer e Terence Hill, rivoluzionando i western, con l’introduzione di una irresistibile comicità.

Per gli amanti del genere c’è da farsi una scorpacciata!

(agoramagazine.it)

lunedì 20 agosto 2007

Parla la Sandrelli, madrina a Venezia "Grande Bertolucci, Tarantino un babbeo"

Due anni fa andò a Venezia per ricevere il Leone d'Oro alla carriera, quello che si dà solo ai grandi. Quest'anno, invece, il ruolo di Stefania Sandrelli è diverso. Sarà lei a fare gli onori di casa, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, per la serata finale della 64esima edizione del Festival.

Sarà lei, la diva più anti-diva del cinema italiano, ad annunciare premi e a distribuire Leoni. Lei, la musa ispiratrice di Scola, Germi, Monicelli e tanti altri maestri della nostra cinematografia. L'occasione è quella giusta, e la Sandrelli ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa - contro Tarantino, contro la tv - o al contrario per spargere elogi.

Il primo omaggio è per il direttore della Mostra, Marco Müller. "Sarò a Venezia anche perché è l'ultimo anno di Müller. Credo sia stata soprattutto una sua iniziativa, il che mi gratifica molto, perché Venezia resta uno dei festival più prestigiosi del mondo".

Ma a convincere definitivamente l'attrice a imbarcarsi per il Lido è stata la presenza del Maestro per antonomasia, quello che "le ha trasmesso l'amore per il cinema", Bernardo Bertolucci. Col regista più internazionale della nostro cinematografia la Sandrelli ha girato ben quattro film, Partner, Il conformista, Io ballo da sola e soprattutto Novecento, gigantesco affresco di 50 anni di storia d'Italia visti attraverso gli occhi e le vicende di un servo e di un padrone. A Bertolucci Venezia renderà omaggio con un Leone d'Oro, quello del 75mo anniversario, e Stefania non può non apprezzare "il fatto che verrà dato un premio speciale a un regista davvero speciale come è lui". La Sandrelli si lascia andare ai ricordi da set. "Mentre stavamo girando in piena notte Io ballo da sola - dice - Bernardo non si era neppure accorto che era ormai arrivata l'alba e la luce non era più buona. Lui è fatto così, sempre concentrato e appassionato".

Stefania non ha peli sulla lingua. Difende a spada tratta il nostro cinema, oggi perennemente in bilico tra annunci di morte e di rinascita, esaltazione e denigrazione. E stila la sua personalissima classifica dei gusti: Mio fratello è figlio unico di Luchetti, Saturno Contro di Ozpetek e Le rose del deserto dell'eterno Monicelli. Ma soprattutto Emanuele Crialese, che l'ha incantata con Respiro e Nuovomondo. Oppure Paolo Virzì, anche se, bacchetta simpaticamente la Sandrelli, "non mi fa mai fare dei film con lui".

La Sandrelli ha poi parole durissime per Quentin Tarantino, che adora sì i B-movies degli anni '70, e sarà a Venezia per la retrospettiva sugli spaghetti-western, ma aveva definito "deprimente" il cinema italiano contemporaneo. Dice Stefania: "Tarantino è un babbeo... E questo solo per essere diplomatici. Non mi piacciono i suoi film, solo un po' Pulp Fiction".

L'ultima frecciata è per la tv. La Sandrelli ha recitato come protagonista in diverse fiction, ma adesso della televisione comincia a diffidare. "Verso di lei ho ormai una certa 'resistenza' - dichiara - anche per l'ingiustizia che mi è stata fatta, e lo dico senza presunzione". L'ingiustizia sarebbe il passaggio dalla prima serata al pomeriggio della fiction di Canale 5 in cui recita con la figlia Amanda. Ma c'è molto di più del semplice torto. La questione è di sostanza. "Queste fiction ti prendono un sacco di tempo, quasi un anno lavorativo". Troppo, secondo lei. E nel momento della verità, andava detto.
(repubblica.it)

Tarantino vs. Resto del Mondo

Dopo aver criticato la cinematografia contemporanea italiana, ricevendo consensi da Monicelli e brusche reazioni da parecchi altri, Quentin Tarantino - prossimo padrino della sezione spaghetti western al Festival di Venezia - si è espresso in termini negativi anche nei confronti del cinema tedesco. Il regista, invitato ad assistere le prove del G.P. di Formula 1 a Nürburgring, ha dichiarato che il cinema tedesco è ancora troppo legato ad un'estetica visiva figlia dell'epoca nazista, scagliandosi poi direttamente contro la fotografa e regista Leni Riefenstahl per il suo appoggio al regime nazista. Tarantino ha dichiarato che la produzione della Riefenstahl, può essere considerata un mix tra i film di guerra del periodo bellico e lo spaghetti-western di Sergio Leone. A voler dare un titolo alla sua opera - ha proseguito Tarantino - ci starebbe bene una cosa come: "C'era una volta in Francia, ora occupata dai Nazisti".
(sentieriselvaggi.it)